venerdì 9 agosto 2013

Il Vino Spumante - The Sparkling Wine



Come abbiamo accennato già nell'argomento riguardante i colori e le varie classificazioni (Clicca qui.)
oltre ai ben noti vini bianchi e rossi negli ultimi secoli si è diffusa sempre di più la passione per la bollicina.
Il regolamento CE 479/08 della normativa UE definisce lo spumante il prodotto caratterizzato alla stappatura da uno sviluppo di gas, prodotto esclusivamente durante la fermentazione.

Queste sperimentazioni nacquero tramite l'empirismo e lo studio attento dei vignaioli della Champagne, in Francia, era il 1600. Questo nuovo metodo veniva codificato nel methode champanoise  La leggenda attribuisce questa invenzione all'economo Don Pierre Perignone, economo dell'abbazia benedettina in Francia.   E in Italia?
In Italia lo spumante arriverà in secondo momento, precisamente nel 1860 con il signor Gancia che portò le nuove tecniche appena apprese dai colleghi francesi, a disposizione dei propri appezzamenti ad Asti, Italia.
 Dopo di lui lo seguiranno Ferrari e Carpene, fondando insieme "il talento" società che tutelava la qualità del prodotto italiano.


Gli spumanti possono essere naturali  come nel caso appena descritto o artificiale con il gas che viene addizionato al vino.
Le uve piu adatte alla spumantizzazione del vino tramite metodo classico sono :

  • Pinot bianco
  • Pinot nero 
  • Chardonnay
  • Pinot meunier (esclusivo della zona della Champagne)
  • Riesling
Questi vigneti hanno trovato il loro habitat ideale in Francia , Germania e nelle regioni settentrionali dell'Italia.


Metodo Classico 

Durante la vendemmia i vignaioli dovranno prestare molta attenzione allo stato del grappolo appena colto evitando di innescare fermentazioni spontanee date dalla pruina sulla buccia. Dopo aver pigiato in modo soffice le uve in modo da produrre un mosto fiore vengono aggiunti i lieviti per innescare la prima fermentazione e trasformare l'uva in vino-base. Dopo circa un mese i lieviti hanno completato la loro attività fermentantiva .
Ora che il vino è pronto lo si fà riposare in genere fino ad aprile dove viene poi deciso quale dei diversi vini prodotti nell'ultima vendemmia sia piu adatto alla spumantizzazione, si possono anche assemblare diversi   vini (Cuvèè) .
Una volta creata dell'enologo la Cuvèè più adatta si procederà con l'imbottigliamento della stessa.
All'interno della bottiglia il Vino troverà il liqueur de tirage, miscela formata da vino e una precisa quantità di zucchero di canna. Ogni 4 g/l di zucchero all'interno della bottglia si crea un atmosfera.
Solitamente gli spumanti hanno intorno alle 6 atmosmere, perciò il liquer de tirage sara composto da 24 gr di zucchero per litro.
chiuso con apposito tappo a corona le bottiglie riposeranno dai 18 ai 24 mesi  a testa in giu, roteate (remuage) ciclicamente dal cantiniere o più recentemente da apposite macchine inventate in Spagna dai produttori di Cava, in modo da riattivare il processo dei lieviti. Lieviti che dopo 5 mesi finiranno di produrre anidride carbonica e alcool prodotti tramite la scissione di molecole di zucchero, andando incontro ad autolisi, rilasciando nel vino quei noti sentori di lievito e fragranti profumi di crosta di pane.

Passati  i mesi di affinamento sui lieviti essi vengono espulsi  tramite l'ibernazione del collo della bottiglia,usando moderne apparecchiature in grado di portare all'ibernazione delle fecce solide dei lieviti in solo 2 minuti (-30°) , facilitandone l'espulsione. Il Vino continua a riposare ancora pochi mesi per poi essere immesso sul mercato mondiale.

Lo spumante prodotto tramite metodo classico è particolarmente adatto ad un abbinamento con :

  • Carpaccio di pesce crudo 
  • Tartare di salmone
  • Sugo di scampi e zucchine


Metodo Martinotti-Charmat

Intorno agli inizi del '900 l'unico modo per produrre spumante era tramite metodo classico, ma la sua produzione necessitava di grandi spese e tempi molto lunghi. Cosi Federico Martinotti da Asti intui un cambio nella seconda fermentazione, non in bottiglia bensi in grandi autoclavi. Idea però che attuò poco dopo il francese Charmat costruendo e progettando questo nuovo metodo.

La differenza sostanziale come già detto stà nella seconda fermentazione non piu in bottiglia ma in autoclave, potendo cosi avere una mole maggiore di spumante prodotto.

Generalmente però questi spumanti hanno colori meno brillante sapori meno esplosivi e anche un perlage meno fine e più grossolano.
Anche la fermentazione e l'immisione in commercio hanno tempi piu brevi.

Con il metodo Martinotti è anche possibile creare spumanti dolci e vini frizzanti





I maggiori produttori di champagne rimangono i francesi cone oltre 350 milioni di bottiglie l'anno saeguiti dagli italiani (330) spagnoli e tedeschi e russi.
Gli italiani hanno il record di produzione di spumante tramite metodo Martinotti con i moscati d'Asti ,Malvasie e Prosecco.





giovedì 27 giugno 2013

.Enoturismo a Greve in Chianti - Wine tourism in Greve in Chianti

La Panda in salita fà sempre un po’ di fatica, ma ce la fà sempre.

Provate a digitare su qualsiasi motore di ricerca il paese Greve in Chianti, vi usciranno innumerevoli articoli incentrati sul vino, tour per le zone limitrofe e ancora vino. Ebbene è proprio li che voglio andare. Il paese che fà del turismo enogostranomico e dell'enologia la sua attività commerciale per eccellenza, infatti sembra tirare molto questo nuovo modo di fare vacanze.
Quando si parla di turismo "wine e food", settore sempre più crescente nel Belpaese,addirittura si parla di crescita del 12% annuo, si deve parlare della Toscana, culla di artisti e tradizioni secolari. Come quella del vino.

Ogni anno migliaia di appassionati da tutto il mondo raggiungono mete dal controtendente senso turistico, non solo musei o siti archeologici , ma anche assolate colline rigogliose di verde e paesaggi suggestivi , alla ricerca di un equilibrio dettato dalla terra, dal clima e dalla mano che ci mette l'uomo.

Approfittando di un periodo di pausa dal lavoro sono partito per vedere davvero da vicino cosa significa e cosa davvero è questa nuova tendenza che attira sempre piu turisti a visitare le nostre città, ma anche le nostre campagne.
Decido cosi di partire per la Toscana, precisamente a Greve accompagnato da un amico ora anche lui conoscitore quanto meno del Chianti.
Ormai fuori dall'autostrada,uscita San Giuseppe Valdarno  da subito il colpo d'occhio naturalistico cambia, non ancora nella zona riconosciuta del Chianti classico già si vedono le prime vigne, riscaldate dal primo caldo intenso,colpevole di essere arrivato molto in ritardo.
Non appena entrati nella zona del chianti che per intenderci sono i comuni di S. Casciano in Val di Pesa, Greve in Chianti, Radda in Chianti, Castellina in Chianti e Gaiole sempre “in Chianti”, vi accorgerete di essere ormai circondati da vigne che costeggiano gran parte delle strade percorribili in macchine e di svariati cartelli che vi indicano la presenza di suggestive "strade del vino".

Decidiamo di accamparci alla buona dopo una magra cena in un ristorante del posto, in macchina su una strada di montagna a Loro Ciuffenna, con la speranza di poter dormire qualche ore in vista dell'intensa giornata che ci avrebbe atteso il giorno seguente.
Svegliati dall'alba e dalla scomodità del sonno che ti regala la Fiat Panda cominciamo a dirigerci a Greve.

Arriviamo alla piazza centrale che non sono neanche le 8 di mattina , il paese si sveglia,c'è la signora della boutique dell'intimo e gli anziani che in lontananza bisticciano tra loto,vista l'ora decidiamo di prendere un caffè a quello che sembrava il bar- ritrovo di molte persone del posto,ordino un caffè da portare al tavolo fuori e già si sento i profumi degli insaccati e dei prosciutti appesi ai soffiti  delle macellerie non lontane l’una da l’altra.
L'antica macelleria Falorni è proprio una di queste macellerie, da padre in figlio questa gente si è tramandata la tradizione della carne, non vi stupirete se all’interno di fianco a frigoriferi  troverete libri dal titolo come “suinologia” o “ le tecniche di allevamento bovino”, oltre ad essere una rinomata macelleria la famiglia Falorni ha deciso di rendere l’edificio oltre che un’attività commerciale un vero e proprio museo , con oggetti per la lavorazione della carne antiquati o anche fotografie di maiali storici (chissà per quale dote) chiamati per nome, cosi potrete dire aver mangiato Agata piuttosto che Donatella. La Storia è anche questo.
A Greve respirerete da subito il vivere del posto,pacato e rispettoso, lontani dal caos della città, dove sarete sempre graditi e coccolati. Ormai trovare tanta ospitalità per un turista non è più cosa facile.
Chiediamo consiglio al macellaio su quale carne comprare per cena ma veniamo immediatamente interrotti da un gruppo di americani intenti a seguire leziosamente le parole della guida sulla storia di questa antica macelleria. Solo allora capisco quanto queste persone capiscano fino in fondo il serbatoio turistico che questo settore wine food gli fornisce, riuscendo a trasformare una macelleria in un attrazione turistica per eccellenza. Avrei giurato di non fare mai foto a prosciutti come fanno gli americani o i giapponesi, ma il colpo d'occhio merita, peccato non poter condividere con voi i mille diversi profumi che c'erano.
La mia visione del posto comincia a cambiare , tutto è vino, o per lo meno qui.Seguiamo le indicazioni per “le cantine in Greve”  , avevo letto qualcosa su internet ed ero curioso di vedere come andavano le cose liggiù, sapevo che erano i primi che hanno adottato il modello di vendita al bicchiere automatico grazie ad una carta prepagata da inserire ogni qual volta si voglia assaggiare qualcosa.
L’ingresso si presenta accogliente con una scalinata che ci porta al piano inferiore. Come prima cosa si decide se fare la carta prepagata da 10- 15 o 20 euro ,diversi “frigo-vetrina” mi aspettano sparsi per il salone, carta alla mano mi dirigo subito verso i vini bianchi , in modo da poter bere più o meno tutto in seguito. Si capisce subito di essere entrato in una cantina dallo stile un po’ vintage,studiata al minimo dettaglio,molto curata,  muratura rustica con diversi divani disponibili per chi decidesse magari di leggere o semplicemente degustare qualcosa, raffinati mobili di fine 800’ accompagnano tutto il perimetro della sala, appoggiate a loro ci sono migliaia di bottiglie in vendita per lo più chianti, alcune disponibile da assaggiare tramite frigo ed altre destinate solo alla vendita.

Da notare tra gli spumanti allora a disposizione il fenis dell'azienda Livon, prodotto con uve ribolla gialla, con la sua giusta acidità e accompagnato da una buona sapidità lo spumante si presentava molto persistente in bocca. Stranamente mi ricordata il lontano sapore del lievito nello champagne, forse suggestione del posto?! chissà!!!
Mi allontano abbastanza furtivamente dal reparto dei bianchi, un pò carente in quanto a scelta, per dirigermi verso il cavallo di battagli, il rosso.
Vastissima scelta di chianti, subito impressione positiva per il molino di Grace, rosso vivo e gusto incentrato sul tannino, che in questo vino è particolarmente dolce.
Naturalmente assaggio diversi chianti cercando di fare diversi paragoni, e sopratutto prima che il vino faccia salire l'alcool. :-)
Tra le etichette più prestigiose troviamo il marchese Antinori, Altiero,  Ruffino, Castello di Bossi e Mister Bolgheri.
Per i rossi posso dire di essere rimasto molto entusiasto.

Veloce giro verso l'erogatore di distillati e passiti, che io ancora non apprezzo particolarmente, ne vengo fuori alla grande con un passito di pantelleria della prestigiosa azienda DonnaFugata.
Ormai inibito dalla possibilità di controllare la mia felicità e il mio sorriso, mi accascio ad una panchina ancora accompagnato da luca, commentando e condividendo i vini e le emozioni provate poco prima.
Nel complesso è stata una bellissima esperienza, da apprezzare sicuramente l’impatto visivo che ti dà il posto, ed anche la simpatia delle ragazze  che più chi meno cercano anche loro di farti appassionare e soddisfare le tue esigenze in quel momento. Geniale l’idea di rendere l’assaggiatore autonomo e di poter girare liberamente assaggiando ciò che si vuole , mi sarebbe piaciuto trovare qualcosina di più per quanto riguarda i vini Italiani in generale, magari anche solo una sezione dello stabile con il top del nord centro e sud Italia. Ma non si può chiedere davvero di più. 
 Ah. Dimenticavo, il proprietario delle Cantine di Greve in Chianti è lo stesso della macelleria in piazza. 


Questa è stata solo una parte di quello che è stato il  mio viaggio, in compagnia di un ottimo amico e del buon vino, auguro a tutti di poter fare lo stesso.

martedì 1 gennaio 2013

VINO...Il colore??? Sono loro,i polifenoli! - WINE...The colour, polyphenols

Parlando di cibo ma anche di vino forse il primo segnale di qualità ce lo dà il colore, se andiamo al mercato e troviamo un pesce che mal si presenta ai nostri occhi , già possiamo dedurre che quel pesce sarà stato vecchio o malandato. Durante le degustazioni non a caso il primo esame che si fa nel giudicare il vino è appunto l'esame visivo. Ma chi se la gioca da maestro in questo esame sono proprio i polifenoli.
Contenuti all'interno della buccia questi polifenoli sono formati da pigmenti e tannini , la cui percentuale varia durante il periodo di maturazione dell'uva.



 Le pigmentazioni sono responsabili del colore del vino, se l'uva si presenta verde intenso significherà che l'uva ha ancora un'elevata concentrazione di clorofilla.


Quando invece il periodo di maturazione fenolica che tiene in considerazione il rapporto di antociani e tannini prodotti, è in piena fase, la percentuale di pigmenti aumenterà proporzionalmente all'energia solare acquisita.




Come già anticipato il colore del vino che sia bianco o rosso dipende dai polifenoli , a loro volta questi pigmenti sono divisi per tonalità. Vediamo qui in basso una tabella semplificativa.

Nei vini biachi sono contenuti i diversi tipi di polifenoli:
  •  flavoni
  • leucoantociani
  • catechine


Nei vini rossi invece:


  • antociani
Durante una degustazione è quindi già possibile capire tramite il colore se quell'uva ha acquisito molta energia solare o no, e quindi risalire geograficamente alla zona di produzione. Ad esempio il nebbiolo essendo povero di malvidina (sostanza contenuta negli antociani) e ricco di cianidina  è facilmente riconoscibile già dalla vista.











lunedì 10 dicembre 2012

VINO...I Sapori della lingua - WINE...The sense of taste of the tongue




La lingua è un organo muscolare rivestito da una mucosa. Ci permette di parlare ,spostare il cibo in bocca ma soprattutto ,grazie a lei percepiamo i sapori. In realtà per poter percepire a pieno tutti i sapori.



Migliaia sono i cibi che fortunatamente abbiamo a disposizione, alcuni saporiti altri meno, ma qualsiasi cosa noi mettiamo in bocca , con l’aiuto dell’olfatto lo trasformiamo in sapore, lavoro che però svolgono le nostre papille gustative, recettori disposti su tutta la nostra lingua che stimolate dalle molecole dei diversi cibi li trasformano in sapori.
I ragazzi per lo più sono portati ad apprezzare i sapori dolci, mentre gli adulti solitamente preferiscono l’amaro. Questo perchè il dolce è la sensazione più piacevole e spesso collegata all'infanzia. Ci sono molti studi al riguardo quello che è certo è che il dolce è il primo sapore che percepiamo una volta venuti al mondo, con il latte materno.  L’amaro è un sapore più elaborato di quanto possa non essere il dolce. Crescendo e abbandonando il latte materno cominceremo ad apprezzare questo nuovo sapore .



È importante  che un bambino durante la sua crescita non si abitui al dolce, perché con l’esposizione a sapori troppo dolci ( ed in commercio ce ne sono molti) e per troppo tempo, si corre il rischio che una volta cresciuto , il bambino non riesca neanche a percepire quelli che sono gli altri 3 sapori, come appunto l’amaro, ma anche l’acido o il salato..e potremmo aggiungere anche il  quinto sapore , il grasso . Studi americani sostengono che il grasso possa entrare a tutti gli effetti nell’albo dei sapori, aggiungerei per fortuna non è ancora riconosciuto a livello mondiale.


Datato ad oggi i sapori fondamentali sono 4 e sono:

  •      Dolce
  •          Amaro
  •          Salato
  •          Acido                                             


Ogni sapore è percepito da specifiche aree della lingua attraverso i recettori gustativi, dette anche papille o bottoni gustativi. Non tutti sanno però (ed è per questo che scrivo questo post), che la  nostra lingua è suddivisa in settori , ognuno più sensibile a percepire un determinato sapore. Ecco qui un’immagine che facilmente ci farà capire com'è suddivisa.
   
      i 4 sapori fondamentali nel vino come nascono e da cosa?

  •       l'amaro:La percezione di amaro è particolarmente forte e maggiormente percepibile rispetto agli altri tre sapori, è inoltre caratterizzata da una persistenza pronunciata , la persistenza è quel lasso di tempo che passa da quando mettiamo in bocca a quando il sapore e il retrogusto non si è dissolto completamente.

  •      l'acido Le sensazioni acide sono dovute agli acidi contenuti nell’uva, i più importati sono il tartarico, il malico e il citrico.

  •     il dolce Le sensazioni di dolce sono dovute a sostanza diverse, tra le quali gli zuccheri (glucosio e fruttosio), l’alcol e la glicerina.

  •      il salato La sensazione di salato è dovuta ai sali presenti nel vino: la loro quantità è assai variabile. L’alcol, gli acidi e le sostanze volatili mascherano questo gusto, che è nettamente avvertibile sono nel caso di salinità anormali.

     Probabilmente molti di voi proveranno a stuzzicare le papille gustative nei diversi angoli per vedere se è vero, Bhè ,quello che vi posso dire è che io l'ho fatto e vi posso assicurare che è davvero una figata.  :-)  





venerdì 7 dicembre 2012

VINO...Cosa sono i solfiti? - WINE...What are sulfites?


                     I solfiti




Analizziamo la parola
Solfiti. 
Additivi alimentari largamente usati per le loro proprietà antisettiche e antiossidanti. Si trovano soprattutto nei vini bianchi, nelle birre, nei formaggi e nella frutta conservata, ma anche in prodotti di salumeria, succhi di frutta e marmellate di vario genere. 
In Italia ci sono alcune leggi che limitano la quantità di questi addittivi nei diversi campi dove viene usato, in caso siano presenti c’è l’obbligo di indicarli sull'etichetta dell'alimento stesso.
QAi in basso trovate la tabella con i livelli per Mg/L , per quanto riguarda i  vini (leggete l'ultima colonna a destra).



I solfiti vengono prodotti naturalmente dalla fermentazione delle uve ,può capitare che un vignaiolo decida di usare agenti chimici come lo zolfo che aiutino la pianta dall'insorgere di nuove malattie. Questi agenti assorbiti dal terreno verranno assorbiti a loro volta dalle radici della pianta stessa, la linfa li porterà fino al frutto che a sua volta   li rilascerà a noi durante le diverse fasi della fermentazione,producendo eccessive quantità di solfiti che andrebbero a discapito della qualità finale dei un vino. Nei vini biologici la quantità di solfiti è limitata a poco meno della metà rispetto ai vini tradizionali questo perchè il produttore ha sposato a pieno il progetto di non usare agenti chimici di nessun genere, spesso però questi vini devono essere bevuti giovani.

I solfiti possono anche essere aggiunti dall'uomo, nel caso in cui si volessero correggere note o sfumature nel colore del vino, poiche rimane sempre un antiossidante! ..e sappiamo bene quanto uno Chardonnay poco cristallino possa trasmettere poca fiducia. Ecco il motivo per il quale nei vini bianchi sia necessaria una maggiore quantità Mg su Litro di solfiti vista la loro natura più delicata.



I solfiti hanno anche molteplici vantaggi come appunto il principio antiossidante, che riesce a mantenere il colore intenso del vino ed enfatizzarne i  profumi.

Di norma si ha un idea negativa quando leggiamo "contiene solfiti" su una bottiglia, ma come abbiamo visto, in quantità modeste questo additivo può aiutare il vino per tutto il suo percorso, dalla fermentazione dove viene prodotto fino all'affinamento o invecchiamento in bottiglia.





Se doveste svegliarvi una mattina dopo aver passato la sera prima a bere esclusivamente vino , e nel svegliarvi vi sentirete particolarmente rintontiti e con un forte mal di testa...Bhè...probabilmente quel vino conteneva una quantità eccessiva di solfiti e forse è il caso di non comprarlo più.



Ciao

mercoledì 5 dicembre 2012

VINO...Lista di vini e vitigni . WINE... Selection of wines and grape



CHARDONNAY
ChardonnayAristocratico vitigno a frutto bianco della Borgogna e molto noto in tutta la Francia, dove rappresenta alcuni vini prestigiosi. Dalla Francia si è diffuso anche in Valle D'Aosta e nel Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia. E’ uno dei vitigni più coltivati al mondo E’ l’ingrediente dei migliori spumanti italiani e dà bianchi sia fruttati e leggeri che potenti e corposi.

BLANC DE MORGEX
E' coltivato fino ad una altezza di 1400 metri. Viene vinificato in purezza e dà origine ad un vino bianco secco. Non teme la filossera.

BARBERA
Vitigno a frutto rosso da cui si ricava il vino omonimo nativo del Piemonte, diffuso soprattutto nell'Italia del Nord, dove dà origine a ben 7 diverse Doc, di cui 3 in Piemonte (Barbera d'Alba, Barbera d'Asti, Barbera del Monferrato). Contende al Sangiovese il primato di principale uva italiana per la produzione di vini rossi. Il barbera dà vini rossi tannici, corposi e ricchi di acidità.

NEBBIOLO
E' uno dei vitigni più antichi: risale al 1200. E' il nobile progenitore dei più grandi rossi piemontesi - Barolo, Barbaresco, Gattinara - e di una schiera di altri vini in Piemonte, Lombardia (Valtellina) e Val d'Aosta. Si vinifica in purezza. E’ un simbolo della viticoltura italiana.

GRIGNOLINO
Viene vinificato in quasi totale purezza. Produce vini chiari e delicati. E' un vitigno diffuso in Piemonte oggi non molto coltivato per via della sua alternanza produttiva (un tempo assai diffusa).

MOSCATO D'ASTI
Moscato BiancoE' sicuramente una delle varietà più pregiate ed antiche del mondo. Il vitigno è famoso soprattutto perché dà vita al famoso vino spumante (ma anche a vini dolci liquorosi). Originario del Piemonte, un tempo veniva anche utilizzato come base per i vermouth.

BRACHETTO D'ACQUI
E' un vitigno originario della Provenza e diffuso in Piemonte. Si vinifica maggiormente in purezza (con lo stesso nome) dando origine a vini rossi amabili e frizzanti intorno ad Acqui e Asti.

DOLCETTO
Presente sin dal 1300 nelle Langhe, viene vinificato in molti vini tra cui il Barbera del Monferrato, il Dolcetto d'Acqui, il Dolcetto di Ovada ed il Dolcetto d'Asti. Dà vini rossi asciutti (contrariamente al nome), morbidi, gradevoli, profumati.


CroatinaCROATINA
E' un vitigno rosso diffuso nell'Oltrepò Pavese e nel Piacentino ed entra a far parte dei rossi con uve Barbera. Dà origine a Barbera e Bonarda.

 
PINOT NERO
Pinot NeroOriginario della Borgogna, è un vitigno difficile da lavorare ma può dare rossi di grande stoffa ed eleganza. E' un vitigno molto diffuso nell'Italia del Nord. Può essere vinificato sia bianco (ottima base per gli spumanti) che rosso ed entra nella composizione di molti altri vini tipici locali.

GROPPELLO
E' un antico e rispettabile vitigno oggi limitato nelle zone della riviera del Garda. Entra nella vinificazione del Chiaretto doc e di molti altri vini da tavola. Degna base di alcuni rossi della Lombardia.

SCHIAVA
E' il vitigno base del Trentino Alto Adige. Viene vinificato in rosso con altri vitigni producendo vini rossi profumati, morbidi e piacevoli. Ne esistono diverse varietà: Schiava Grossa, Schiava Gentile e Schiava Grigia

MARZEMINO
Coltivato in Trentino è di origine austriaca. Vinificato con altre uve produce vini rossi dal gusto secco, vivaci e rustici.

RIESLING
E' diffuso in Trentino Alto Adige. Le varietà più note sono il Renano e l'Italico. E’ una delle uve bianche più nobili. Nel vino bianco dà grande finezza ed è anche un’ottima base per lo spumante.

MULLER THURGAU
Muller ThurgauViene coltivato lungo il fiume Adige. Assieme a Gewurztraminer, Riesling Renano, il Muller Thurgau produce l'omonimo vino bianco aromatico, delicato e di sapore raffinato. Il suo naturale terroir è la Val di Cembra.

MERLOT
MerlotE' un vitigno rosso originario di Bordeaux, ma è estremamente popolare. E' uno dei vitigni più usato inItalia, sia per gli uvaggi (il classico complemento è il Cabernet) che in purezza. Dà origine all'omonimo vino dal gusto secco.

PROSECCO
E' un vitigno bianco che dà origine assieme a Pinot Bianco, Riesling Italico e Verduzzo, al vino omonimo. Molto conosciuto ed apprezzato sin dall'antichità dà vini tranquilli (delicatamente profumati), frizzanti o spumanti. E' diffuso soprattutto inVeneto. E’ la base di uno degli spumanti italiani di maggiore successo.

CABERNET
Cabernet SauvignonE' un vitigno originario di Bordeaux. Il Cabernet sta guadagnando terreno in molte aree d'Italia sia come varietal che in uvaggi. E’ l’uva di alcuni grandi rossi del mondo. Il vino ha profumi erbacei, tannicità e struttura.

RABOSO
E' un vitigno diffuso da Verona al Piave. Produce un vino rosso di colore scuro e di sapore forte. Utilizzato anche per tagli.

SAUVIGNON BLANC
SauvignonNativo di Bordeaux, è diffuso nei Colli Orientali del Friuli, nel Goriziano sino al bacino adriatico. Molto diffuso ed apprezzato, produce un omonimo vino bianco, con caratteristiche di buona struttura, elegante, morbido e con profumo inconfondibile di erba

TOCAI FRIULANO
Vitigno a frutto bianco diffuso particolarmente in Friuli, Veneto e Lombardia orientale, dal quale hanno origine ben 12 vini doc. il vino è color paglierino carico, con prufumi di mandorla e fiori. Di buona struttura.

RIBOLLA
Antico vitigno autoctono friulano a frutto bianco, recentemente rivalutato ed inserito nell'ambito della Doc Colli Orientali del Friuli. Produce un vino dal sapore asciutto, vinoso, fresco ed armonico. I vini ottenuti con questo vitigno sono il Colli Orientali del Friuli ed il Collio Goriziano.

VERMENTINO
E' un vitigno giunto in Liguria dalla Spagna nel 1300. Ben adattato alle caratteristiche locali produce uve bianche di pregio che entrano nei vini delle Cinque Terre. Bene anche la Sardegna. Dà vini freschi, delicati, moderatamente aromatici.

SANGIOVESE DI ROMAGNA
Ha antichissime origini in Emilia Romagna viene vinificato in purezza producendo un vino rosso omonimo dal gusto un po’ ruvido.

PIGNOLETTO
E' un vitigno bianco dei Colli Bolognesi. Produce vini bianchi frizzanti dallo stesso nome.

LAMBRUSCO
Sebbene di origine antichissima, il Lambrusco ha sempre stentato ad essere ben conosciuto ed apprezzato fuori dalla sua zona di produzione, cioè nelle province di Reggio Emilia e di Modena. Dalla spuma vivace con sentore di violetta.

SANGIOVESE DI TOSCANA
SangioveseE' un vitigno rosso molto diffuso. Diverso dal Sangiovese di Romagna, rappresenta la base di tutti i rossi toscani (Brunello e Rosso di Montalcino, Chianti, Nobile di Montepulciano …). Dà un vino di colore rubino, profumi di frutti rossi, molto strutturato e capace di invecchiare. E’ un simbolo della viticoltura italiana.

CANAIOLO
Canaiolo NeroVitigno bianco e nero. Ha origini antiche. Un tempo molto diffuso oggi è in declino per l'agguerrita concorrenza del Sangiovese.

TREBBIANO
Del Trebbiano abbondano ancora le vigne italiane, ma anche francesi, tanto che è il vitigno più coltivato al mondo. E' un vitigno bianco classico usato nella composizione del Chianti (ormai però sono pochi i vignaioli che usano questa pratica). In purezza, produce vini magri e neutri che ben si combinano con varietà aromatiche.

SCIASCINOSO
E' un antico vitigno rosso della Campania. Vinificato con altre varietà come l'Aglianico e il Sangiovese, produce vini come l'Aglianico del Taburno. Ha un sapore asciutto o amabile, armonico e frizzante.

CODA DI VOLPE
E' un vitigno noto sin dal tempo dei Romani: è usato in Campania nella preparazione del Bianco del Vesuvio doc ed entra anche nella vinificazione del Greco di Tufo.

FALANGHINA
Questo vitigno bianco tipico della Campania è famoso per entrare nella vinificazione di tutti i maggiori vini bianchi della regione. In aggiunta ad altre uve, forma vini bianchi dal profumo vinoso e gradevole e dal sapore asciutto e sapido.

UVA DI TROIA
E' un buon vitigno rosso diffuso nelle province di Bari e Foggia. Entra come base per la vinificazione di molti vini doc come il Rosso di Canosa, il Cacc'e mmitte di Lucera e l'Orta Nova.

AGLIANICO
E' un aristocratico vitigno rosso di origine ellenica e dà origine al campano Taurasi e all'Aglianico del Vulture. Molto diffuso in Basilicata, nel Vulture. L'omonimo vino presenta un gusto secco e robusto. Può essere anche invecchiato o spumante.

MALVASIA
Malvasia del ChiantiE' il nome di una vasta gamma di vitigni dell'Europa del Sud (che possono essere sia bianchi che rossi). Le varietà bianche sono coltivate in tutta Italia, specialmente nel Lazio (Frascati, Est Est Est …). Vitigni con questo nome si trovano in tutte le regioni, usati per vini secchi e dolci, tranquilli e frizzanti.

CANNONAU
Sembra che il vitigno Cannonau provenga dalla penisola iberica fin dall'inizio della dominazione spagnola. Di fatto, il Cannonau trovò in Sardegna un habitat ideale diffondendosi in ogni angolo dell'isola. Si ottengono vini secchi o dolci di notevole carattere.

CATARRATTO
Antico vitigno bianco della Sicilia, è presente maggiormente nella zona di Trapani. Entra a far parte dell'Alcamo Doc ed è la base per Marsala e Vermouth.

INZOLIA
E' un vitigno bianco, tipico siciliano. Serve nella preparazione di vini secchi da tavola dal carattere deciso come Corvo, il Regaleali ed il Marsala. Conosciuta come Ansonica in Toscana. Il vino che si ricava è fruttato, secco, strutturato e molto piacevole.

NERO D’AVOLA
Conosciuto in Sicilia come base del Cerasuolo che di altri vini da tavola. E’ il miglior vitigno dell’isola che dà un vino strutturato, dai sapori e profumi intensi, adatto al lungo invecchiamento

CARIGNANO
Il Carignan francese e spagnolo è coltivato in Sardegna

GAGLIOPPO
Base della maggior parte dei vini rossi di Calabria, ed in particolare del Cirò.

LAGREIN
LagreinE' una pianta originaria dell'Alto Adige che ha bisogno di molta attenzione e che teme le avversità metereologiche

NEGROAMARO
Varietà della Puglia che domina i grandi rossi della penisola salentina e del Sud. Di origine greca, per troppo tempo, purtroppo, considerato soltanto vino da taglio.

NOSIOLA
NosiolaE' il più antico vitigno bianco del Trentino. Di colore giallo, a volte molto intenso e tendente al verde, ha un gusto piacevolmente fresco, fruttato e leggermente aromatico. 
MONTEPULCIANO D’ABRUZZO

Varietà scura dominante in Abruzzo, che sta guadagnando favore anche in altre regioni per i buoni varietal ed in uvaggi. Dal Montepulciano si ricava un vino strutturato, ricco di colore, profumo fruttato.

NERELLO MASCALESE
Vitigno siciliano di pregio.

PRIMITIVO
Base di vigorosi vini pugliesi da tavola, da dessert e da taglio, è imparentato con il famoso californiano Zinfandel.

SCHIOPPETTINO
SchioppettinoRaro vitigno del Friuli usato per uno squisito rosso.

TEROLDEGO
E' il principe dell'enologia trentina. Vitigno di origine autoctona. Dà un vino di carattere ideale per l'invecchiamento. Di colore rosso rubino intenso; il bouquet richiama la viola; il gusto è caldo, asciutto e corposo.

ALBANA
Originaria della colline romagnole da vini secchi o amabili, tranquilli o frizzanti

ARNEIS
Sta riconquistando importanza in Piemonte nell’area di Alba, dopo la quasi totale scomparsa.

CORTESE
I più famosi bianchi del Piemonte, in particolare il Gavi, derivano da questa varietà autoctona (si trova anche in Lombardia)

FIANO
Chiamato "Apianum" dagli antichi Romani, dà l’elegante e raffinato Fiano di Avellino

GARGANEGA
Vitigno fondamentale del Soave, è coltivato soprattutto in Veneto.

GRECO
Come dimostra il nome, è un vitigno di origine greca, coltivato soprattutto in Campania (Greco di Tufo), in Calabria (Greco Bianco o Cirò Bianco). I vitigni Grechetto e Grecanico mostrano molte similitudini.

GRILLO
E’ stata la miglior uva per il marsala, oggi in aggiunta al Catarratto.

PICOLIT
Originario del Friuli, ha dato per lungo tempo il più pregiato vino da dessert d’Italia. Sta risorgendo a nuova vita.

PINOT BIANCO

E’ coltivato in tutta Italia e si confonde molto spesso con lo Chardonnay. Originario della Germania, è un’ottima base per gli spumanti. Diffuso soprattutto in Lombardia, Veneto, Trentino, Alto Adige, Friuli.

PINOT GRIGIO
Sempre più popolare in Italia, il Pinot grigio è di origine francese ed è soprattutto sviluppato nel Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige. Assume una tonalità ramata. Se è vinificato in bianco dà un vino paglierino.

TRAMINER
Di origini asiatiche, è famoso soprattutto per un suo clone, il Gewurztraminer, che ha grande notorietà in Francia. Dà vini ricchi di profumi, eleganti e freschi.

VERDICCHIO
VerdicchioE’ la principale uva bianca delle Marche. Colore paglierino e profumi delicati ed ha un giusto fresco, piacevole, dal retrogusto amarognolo.

VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO

Dal latino "Vernaculum" (del luogo). E’ un antico vitigno usato per il bianco nella storica città toscana ed in Sardegna ad Oristano per un vino da dessert tipo sherry.

CORVINA
E’ il vitigno che dà origine soprattutto al Valpolicella e all’Amarone. Ha colore intenso, ricco di frutto, è tannico.

SAGRANTINO
SagrantinoE’ il vitigno a frutto rosso autoctono giunto a Montefalco grazie ai frati francescani nel Medioevo, proveniente dall’Asia Minore. Due le tipologie di vino che se ne ricava: secco e passito. Il secco ha colore rubino tendente al granato, dal profumo di more di rovo e dal gusto caldo e speziato.