giovedì 27 giugno 2013

.Enoturismo a Greve in Chianti - Wine tourism in Greve in Chianti

La Panda in salita fà sempre un po’ di fatica, ma ce la fà sempre.

Provate a digitare su qualsiasi motore di ricerca il paese Greve in Chianti, vi usciranno innumerevoli articoli incentrati sul vino, tour per le zone limitrofe e ancora vino. Ebbene è proprio li che voglio andare. Il paese che fà del turismo enogostranomico e dell'enologia la sua attività commerciale per eccellenza, infatti sembra tirare molto questo nuovo modo di fare vacanze.
Quando si parla di turismo "wine e food", settore sempre più crescente nel Belpaese,addirittura si parla di crescita del 12% annuo, si deve parlare della Toscana, culla di artisti e tradizioni secolari. Come quella del vino.

Ogni anno migliaia di appassionati da tutto il mondo raggiungono mete dal controtendente senso turistico, non solo musei o siti archeologici , ma anche assolate colline rigogliose di verde e paesaggi suggestivi , alla ricerca di un equilibrio dettato dalla terra, dal clima e dalla mano che ci mette l'uomo.

Approfittando di un periodo di pausa dal lavoro sono partito per vedere davvero da vicino cosa significa e cosa davvero è questa nuova tendenza che attira sempre piu turisti a visitare le nostre città, ma anche le nostre campagne.
Decido cosi di partire per la Toscana, precisamente a Greve accompagnato da un amico ora anche lui conoscitore quanto meno del Chianti.
Ormai fuori dall'autostrada,uscita San Giuseppe Valdarno  da subito il colpo d'occhio naturalistico cambia, non ancora nella zona riconosciuta del Chianti classico già si vedono le prime vigne, riscaldate dal primo caldo intenso,colpevole di essere arrivato molto in ritardo.
Non appena entrati nella zona del chianti che per intenderci sono i comuni di S. Casciano in Val di Pesa, Greve in Chianti, Radda in Chianti, Castellina in Chianti e Gaiole sempre “in Chianti”, vi accorgerete di essere ormai circondati da vigne che costeggiano gran parte delle strade percorribili in macchine e di svariati cartelli che vi indicano la presenza di suggestive "strade del vino".

Decidiamo di accamparci alla buona dopo una magra cena in un ristorante del posto, in macchina su una strada di montagna a Loro Ciuffenna, con la speranza di poter dormire qualche ore in vista dell'intensa giornata che ci avrebbe atteso il giorno seguente.
Svegliati dall'alba e dalla scomodità del sonno che ti regala la Fiat Panda cominciamo a dirigerci a Greve.

Arriviamo alla piazza centrale che non sono neanche le 8 di mattina , il paese si sveglia,c'è la signora della boutique dell'intimo e gli anziani che in lontananza bisticciano tra loto,vista l'ora decidiamo di prendere un caffè a quello che sembrava il bar- ritrovo di molte persone del posto,ordino un caffè da portare al tavolo fuori e già si sento i profumi degli insaccati e dei prosciutti appesi ai soffiti  delle macellerie non lontane l’una da l’altra.
L'antica macelleria Falorni è proprio una di queste macellerie, da padre in figlio questa gente si è tramandata la tradizione della carne, non vi stupirete se all’interno di fianco a frigoriferi  troverete libri dal titolo come “suinologia” o “ le tecniche di allevamento bovino”, oltre ad essere una rinomata macelleria la famiglia Falorni ha deciso di rendere l’edificio oltre che un’attività commerciale un vero e proprio museo , con oggetti per la lavorazione della carne antiquati o anche fotografie di maiali storici (chissà per quale dote) chiamati per nome, cosi potrete dire aver mangiato Agata piuttosto che Donatella. La Storia è anche questo.
A Greve respirerete da subito il vivere del posto,pacato e rispettoso, lontani dal caos della città, dove sarete sempre graditi e coccolati. Ormai trovare tanta ospitalità per un turista non è più cosa facile.
Chiediamo consiglio al macellaio su quale carne comprare per cena ma veniamo immediatamente interrotti da un gruppo di americani intenti a seguire leziosamente le parole della guida sulla storia di questa antica macelleria. Solo allora capisco quanto queste persone capiscano fino in fondo il serbatoio turistico che questo settore wine food gli fornisce, riuscendo a trasformare una macelleria in un attrazione turistica per eccellenza. Avrei giurato di non fare mai foto a prosciutti come fanno gli americani o i giapponesi, ma il colpo d'occhio merita, peccato non poter condividere con voi i mille diversi profumi che c'erano.
La mia visione del posto comincia a cambiare , tutto è vino, o per lo meno qui.Seguiamo le indicazioni per “le cantine in Greve”  , avevo letto qualcosa su internet ed ero curioso di vedere come andavano le cose liggiù, sapevo che erano i primi che hanno adottato il modello di vendita al bicchiere automatico grazie ad una carta prepagata da inserire ogni qual volta si voglia assaggiare qualcosa.
L’ingresso si presenta accogliente con una scalinata che ci porta al piano inferiore. Come prima cosa si decide se fare la carta prepagata da 10- 15 o 20 euro ,diversi “frigo-vetrina” mi aspettano sparsi per il salone, carta alla mano mi dirigo subito verso i vini bianchi , in modo da poter bere più o meno tutto in seguito. Si capisce subito di essere entrato in una cantina dallo stile un po’ vintage,studiata al minimo dettaglio,molto curata,  muratura rustica con diversi divani disponibili per chi decidesse magari di leggere o semplicemente degustare qualcosa, raffinati mobili di fine 800’ accompagnano tutto il perimetro della sala, appoggiate a loro ci sono migliaia di bottiglie in vendita per lo più chianti, alcune disponibile da assaggiare tramite frigo ed altre destinate solo alla vendita.

Da notare tra gli spumanti allora a disposizione il fenis dell'azienda Livon, prodotto con uve ribolla gialla, con la sua giusta acidità e accompagnato da una buona sapidità lo spumante si presentava molto persistente in bocca. Stranamente mi ricordata il lontano sapore del lievito nello champagne, forse suggestione del posto?! chissà!!!
Mi allontano abbastanza furtivamente dal reparto dei bianchi, un pò carente in quanto a scelta, per dirigermi verso il cavallo di battagli, il rosso.
Vastissima scelta di chianti, subito impressione positiva per il molino di Grace, rosso vivo e gusto incentrato sul tannino, che in questo vino è particolarmente dolce.
Naturalmente assaggio diversi chianti cercando di fare diversi paragoni, e sopratutto prima che il vino faccia salire l'alcool. :-)
Tra le etichette più prestigiose troviamo il marchese Antinori, Altiero,  Ruffino, Castello di Bossi e Mister Bolgheri.
Per i rossi posso dire di essere rimasto molto entusiasto.

Veloce giro verso l'erogatore di distillati e passiti, che io ancora non apprezzo particolarmente, ne vengo fuori alla grande con un passito di pantelleria della prestigiosa azienda DonnaFugata.
Ormai inibito dalla possibilità di controllare la mia felicità e il mio sorriso, mi accascio ad una panchina ancora accompagnato da luca, commentando e condividendo i vini e le emozioni provate poco prima.
Nel complesso è stata una bellissima esperienza, da apprezzare sicuramente l’impatto visivo che ti dà il posto, ed anche la simpatia delle ragazze  che più chi meno cercano anche loro di farti appassionare e soddisfare le tue esigenze in quel momento. Geniale l’idea di rendere l’assaggiatore autonomo e di poter girare liberamente assaggiando ciò che si vuole , mi sarebbe piaciuto trovare qualcosina di più per quanto riguarda i vini Italiani in generale, magari anche solo una sezione dello stabile con il top del nord centro e sud Italia. Ma non si può chiedere davvero di più. 
 Ah. Dimenticavo, il proprietario delle Cantine di Greve in Chianti è lo stesso della macelleria in piazza. 


Questa è stata solo una parte di quello che è stato il  mio viaggio, in compagnia di un ottimo amico e del buon vino, auguro a tutti di poter fare lo stesso.